Perugia, il furgone dell'Unità di strada, che offre un servizio di riduzione del danno dei rischi connessi all'uso di sostanze stupefacenti
Perugia, il furgone dell'Unità di strada, che offre un servizio di riduzione del danno dei rischi connessi all'uso di sostanze stupefacenti

Fentanyl, dietro il primo allerta nazionale, il lavoro degli operatori di strada a Perugia

Eroina molto forte, mischiata con fentanyl. Questo era presente nel campione che un consumatore ha portato all'Unità di Strada di Perugia per un drug check. Dopo ulteriori analisi è scattato l'allerta precoce. L'episodio sembra al momento essere un caso isolato. Intanto la procura indaga

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

4 maggio 2024

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Dietro il primo allerta nazionale sulla circolazione in Italia di fentanyl, lanciato dal Dipartimento delle politiche antidroga il 30 aprile, c’è il lavoro dell’Unità di strada di Perugia, gestito dalla cooperativa Borgorete per conto dell’Usl 1 dell’Umbria. Se non fosse stato per un paziente lavoro di quasi 25 anni, a contatto con i consumatori di droghe, probabilmente nessuno se ne sarebbe accorto. È da lì che è partito il campione di eroina tagliata con altre sostanze, tra cui anche il fentanyl, potentissimo oppioide sintetico su cui il governo ha lanciato l'allarme, sebbene non ci sia nessuna emergenza in corso in Italia.

“Una persona ci ha segnalato che aveva consumato dell’eroina che era molto più forte del solito ed era sorpreso".Andrea Albino - cooperativa Borgorete

“Quel campione ci è arrivato il 29 marzo al centro diurno”, racconta a lavialibera Andrea Albino, responsabile dei servizi di riduzione del danno per la cooperativa Borgorete. “Una persona ci ha segnalato che aveva consumato dell’eroina molto più forte del solito ed era sorpreso, così ci ha portato il residuo. Noi non abbiamo ricollegato immediatamente al fentanyl, dalle nostre analisi risultava che la roba fosse stata mescolata con altre sostanze, quindi abbiamo chiesto un granello per far fare ulteriori accertamenti”. Grazie alla collaborazione con il laboratorio di medicina legale dell'Università degli studi di Perugia, l’analisi compiuta il 24 aprile con la spettrometria di massa ha rilevato le altre sostanze presenti: l’eroina era quasi la metà di quella dose, poi c’era un 30 per cento di codeina, un 15 per cento di diazepam e infine il fentanyl al 5 per cento. “Abbiamo contattato l’Istituto superiore di sanità per il Sistema nazionale di allerta precoce (Snap) e ci siamo accordati di lanciare un allerta in attesa di ulteriori analisi”.

Fentanyl, il governo lancia l'allarme, ma l'emergenza non c'è

Fentanyl, l'allerta lanciato dal sistema nazionale

Il campione viene portato a Roma e qui dopo le ultime verifiche dell’Iss, il 30 aprile il Dipartimento per le politiche antidroga ha diffuso l’allerta rapido “affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale e aumentata l’attenzione in tutti i settori potenzialmente esposti”. Dopo la notizia, il ministero della Salute ha segnalato agli assessorati alla Sanità di regioni e province autonome l’innalzamento dell’allerta chiedendo loro di informare con urgenza i servizi pubblici per le dipendenze (Serd) e le comunità terapeutiche affinché comunichino agli utenti i rischi.  L'allerta è salito al livello 3, il massimo, che riguarda "sostanze che possono provocare intossicazioni severe o morti"

La procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha aperto un fascicolo: “Sono preoccupato per quanto sta emergendo e voglio cercare di capire se si tratta di un fatto sporadico o se ci sono episodi analoghi”, aveva detto Cantone subito dopo che era scattato l’allarme. La polizia sta eseguendo degli accertamenti.

Le Unità di strada intercettano i problemi

“Oltre al materiale sterile, è anche un modo per avvicinarsi a loro, conoscere loro problemi, fornire una colazione calda in inverno o la possibilità di farsi una doccia. Si instaura un rapporto di fiducia”.Andrea Albino

Da quasi un quarto di secolo gli operatori di Borgorete operano nel settore della riduzione del danno (l'insieme di pratiche per far diminuire i rischi sanitari) per le persone che consumano droghe. “Con l'Unità di strada facciamo drug checking nei contesti di divertimento notturno come feste, club e rave, le persone possono portarci le sostanze che hanno con loro, pasticche, francobolli, cristalli o liquidi, per verificarne la composizione”. Questo è una maniera per ridurre i rischi. In altri contesti si rivolgono i consumatori di eroina: “Sono persone diverse dalle prime, senza dimora, irregolari, persone che hanno problemi con le loro famiglie”. All’Unità di strada, possono gettare le siringhe utilizzate e riceverne di nuove, per ridurre il rischio di trasmissione di malattie, oppure possono ricevere il naloxone, un farmaco salva-vita in caso di overdose. “Oltre al materiale sterile, è anche un modo per avvicinarsi a loro, conoscere loro problemi, fornire una colazione calda in inverno o la possibilità di farsi una doccia”. Tra le 400 e le 500 persone, ogni anno, si rivolgono all’Unità di strada: “Si instaura un rapporto di fiducia”.

Alcuni utenti, per i motivi più disparati, preferiscono rimanere anonimi, ma è anche così che si costruiscono i legami e si può conoscere cosa circola in città e intervenire per risolvere dei problemi: “Ad esempio, avevamo saputo che un bar vendeva carta stagnola a dieci centesimi perché dei giovanissimi andavano lì a recuperare i fogli da utilizzare per fumare eroina nei garage di uno stabile. Questa informazione ci ha permesso di poter approcciare questi ragazzi, rasserenarli e offrire loro delle soluzioni. Per un’unità di strada è importante intercettare, mediare e agire”.

Droghe e riduzione del danno, una piccola difesa non richiesta

Sulla diffusione del fentanyl non ci sono altri indizi, per ora

Dopo l’allerta, né l’Unità di strada, né il Serd dell'Usl Umbria 1 hanno ricevuto indicazioni su eventuali nuovi casi: “Quasi 500 persone passano da noi ogni settimana per prendere il metadone o un altro sostitutivo e nessuno ha fatto segnalazioni particolari”, spiega la responsabile, la dottoressa Roberta Gaudenzi. Da molti anni i servizi per le dipendenze dell’Usl collaborano con il Centro antiveleni di Pavia e con il laboratorio di Medicina legale dell’Università di Perugia: “Quando ci comunicano casi di ricoveri di persone in stati alterati e con dei sintomi diversi dai soliti, facciamo fare delle analisi, ma il fentanyl non è mai stato rilevato”. “Appena la notizia è diventata pubblica, alcuni utenti ci hanno chiesto se fosse vero – aggiunge Albino –. Noi abbiamo ‘interrogato’ alcuni, ma non avevano avuto sensazioni sulla diffusione di eroina tagliata col fentanyl”.

Perugia, attenzione all'eroina

Dopo molti casi di overdose letali, i servizi sanitari per i consumatori di droga sono stati aumentati

A Perugia c’è molta attenzione sul tema. “C’è stato un periodo in cui qui c’era lo stesso numero di decessi di Torino, che è più grande”, ricorda Albino. In Umbria, dal 1996 al 2005, il numero di overdose letali rimaneva stabile, mentre nel resto d’Italia diminuivano. “Nel 2006 e nel 2007 si rileva in Umbria un rilevante aumento, fino a raggiungere il picco più alto del periodo osservato (35 decessi) – si legge in un rapporto della Regione Umbria –. Nel 2008 si evidenzia una prima inversione di tendenza, confermata in modo molto marcato nell’anno 2009, in cui si raggiunge il livello più basso dell’ultimo decennio (18 decessi). Nel 2010 si è verificato un nuovo aumento (24 decessi), valori su cui si assesta la tendenza negli anni 2011 e 2012”.

Dai dati di Geoverdose, portale statistico della Società italiana tossicodipendenze, si rileva che dal 2017 a oggi in provincia di Perugia i decessi per l’assunzione di droga sono stati 50, di cui 40 per eroina e sette per sostanze non ben definite. Dati in calo, ma comunque ancora alti: nello stesso periodo, nella provincia di Milano e di Torino, 49 e 46 casi. “Anche per queste ragioni i servizi sono stati potenziati e oggi possiamo distribuire il naloxone e fare informazione sul suo utilizzo”, prosegue il responsabile dell'Unità di strada.

In Italia, Serd e Unità di strada in difficoltà

"I “Serd vanno impoverendosi di personale e di risorse, a danno della prevenzione e della cura"Roberta Gaudenzi - Responsabile Serd Perugia

Gaudenzi ha qualche timore circa l’attenzione data in Italia ai servizi per le dipendenze dalle aziende sanitarie: “Vanno impoverendosi di personale e di risorse, a danno della prevenzione e della cura. L’intervento sulle persone tossicodipendenti è sociale e sanitario. Sono preoccupata per il futuro di questi servizi: i tossicodipendenti invecchiano, ma ci sono nuove sostanze e nuove dipendenze che si diffondono tra i giovani”.

Inoltre, non sempre questi servizi di prossimità come quello offerto da Borgorete vengono tenuti in conto dalle amministrazioni pubbliche. “A volte sono ritenuti marginali, se non addirittura ambigui e complici. In alcune regioni del Sud Italia questi servizi non esistono. A Palermo (dove c’è un problema per la diffusione del crack, ndr) hanno riaperto di recente”, dice Albino.

"La riduzione del danno e i servizi di prossimità non sono un lusso. Sarebbe invece un lusso farne a meno – conclude Lorenzo Camoletto, del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca) –. Avere più servizi, diffusi in maniera capillare, garantirebbe più rapidità nell'intercettare gli allarmi e anche la possibilità di analizzarli in un contesto più completo".

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